Utilizzo delle e-mail inviate dal dipendente a fini disciplinari
Con ordinanza 31 maggio 2021 n. 15161 la Corte di Cassazione ha affermato che l’utilizzo a fini disciplinari delle e-mail dal contenuto offensivo, inviate da un dipendente in una mailing list e conosciute dalla società a seguito di una segnalazione esterna, non integra una violazione del codice della privacy, a condizione che il datore utilizzi i relativi dati solo per finalità disciplinari e non anche per indagare sulle opinioni del lavoratore.
La Cassazione, confermando la sentenza di merito, in via preliminare, ha osservato che la dichiarazione resa da una persona in una conversazione è un elemento identificativo e, come tale, deve essere trattata alla stregua di un dato personale.
L’acquisizione di un dato personale del genere tuttavia non può risultare illecita allorquando non sia stata raccolta direttamente dal soggetto che la utilizza, ma provenga da un terzo che ne ha avuta diretta conoscenza.
Secondo i Giudici di legittimità, inoltre, il trattamento dei dati contenuti all’interno di un e-mail -seppur in ipotesi configurabili come “sensibili” – non richiede il consenso dell’interessato, quando sia necessario per adempiere ad un obbligo imposto o consentito dalla legge, come l’esercizio del potere disciplinare nei confronti dei propri dipendenti.