Covid19: licenziamento nullo se alla cessazione dell’attività non si affianca la messa in liquidazione della società
Con la decisione n. 2362 del 12 marzo 2021, il Tribunale di Roma ha affermato che il licenziamento irrogato durante il periodo di vigenza del divieto posto dalla normativa emergenziale è nullo se il datore non prova anche la messa in liquidazione della società.
Il Giudice del Lavoro dopo aver rilevato che tra le eccezioni al divieto generalizzato di licenziamenti per motivi oggettivi di cui ai decreti legge n. 18/2020 (c.d. “Decreto Cura Italia”), n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio), n. 104/2020 e n. 137/2020 rientra la possibilità di irrogare il licenziamento in ipotesi di cessazione definitiva dell’attività di impresa, ha precisato che in tal caso, il datore – come richiesto dalla citata normativa emergenziale – non può limitarsi a fornire la prova di non svolgere alcuna attività, ma deve provare che l’esercizio dell’impresa è cessato in modo definitivo, in conseguenza della messa in liquidazione della società.
Nel caso di specie, non avendo la società assolto detto onere, il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso e dichiarato la nullità del licenziamento impugnato.