Privacy e GPS
Il provvedimento n. 427 del 19 luglio 2018 del Garante Privacy costituisce una delle prime pronunce in materia di limiti alla rilevazione di dati GPS a seguito dell’entrata in vigore del Regolamento UE 2016/679.
In via generale, il Garante conferma il proprio precedente orientamento, ribadendo che il trattamento effettuato attraverso dispositivi di geolocalizzazione deve necessariamente rispettare i principi di liceità, necessità, pertinenza e non eccedenza.
Nel caso di specie, l’Autorità rileva che la società sottoposta ad accertamenti ispettivi non ha rispettato i summenzionati principi, giacché il servizio di geolocalizzazione utilizzato dalla stessa consentiva di visualizzare in tempo reale la posizione dei veicoli (acquisita dal sistema ogni 120 secondi), il loro stato (fermo/in movimento), la velocità e i dati ulteriori relativi all’utilizzo nel corso della giornata.
Sul piano strettamente giuslavoristico, il Garante sottolinea che la raccolta sistematica dei dati relativi alla posizione dei veicoli e la consultazione delle informazioni messe a disposizione attraverso l’accesso ad una piattaforma web – sia in tempo reale sia attraverso elaborazioni e report conservati per un esteso periodo di tempo (365 giorni) – permette di effettuare il controllo dell’attività dei dipendenti, in violazione della regola generale sancita dall’art. 4 legge n. 300/1970.