Il caso che pone diversi interrogativi e che potrà dare il via ad una serie di contenziosi, riguarda l’Ospedale San Martino di Genova, dove 15 infermieri che avevano rifiutato la vaccinazione anti-Covid19, sono risultati positivi al virus.
Il Direttore generale dell’ospedale ha inviato una lettera all’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro chiedendo se gli infermieri risultati positivi possano “essere considerati in malattia o addirittura dovranno essere considerati inidonei alla loro attività professionale” e soprattutto “quali provvedimenti devono essere adottati nei confronti del personale infermieristico che non ha aderito al piano vaccinale”.
Con la nota del 17 marzo 2020 e con la circolare n. 13 del 3 aprile 2020 l’INAIL ha chiarito che i contagi da Covid-19 di medici, di infermieri e di altri operatori di strutture sanitarie in genere, dipendenti del Servizio sanitario nazionale e, in generale, di qualsiasi altra Struttura sanitaria pubblica o privata assicurata con l’Istituto, avvenuti nell’ambiente di lavoro oppure per causa determinata dallo svolgimento dell’attività lavorativa, sono inquadrati nella categoria degli infortuni sul lavoro.
Tuttavia, il dubbio è se l’infortunio debba essere considerato tale quando il personale medico ha rifiutato una protezione vaccinale per la quale aveva sia il diritto che la priorità di somministrazione.