È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 18 giugno 2016, la legge n. 106 del 6 giugno 2016 che delega il Governo alla riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
La legge delega definisce il terzo settore “il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi”, specificando che non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche e alle fondazioni bancarie.
L’intervento legislativo ha il fine di “sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2, 3, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione”.
Per il raggiungimento di tali fini, il Governo è delegato ad adottare, entro i prossimi dodici mesi uno o più decreti legislativi che provvedano:
- alla revisione della disciplina contenuta nel titolo II del libro primo del codice civile delle associazioni, delle fondazioni e delle altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro, riconosciute come persone giuridiche o non riconosciute;
- al riordino e alla revisione organica della disciplina speciale e delle altre disposizioni vigenti relative agli enti del terzo settore, compresa la disciplina tributaria, mediante la redazione di un apposito codice del terzo settore;
- alla revisione della disciplina in materia di impresa sociale definita come organizzazione privata che svolge attività d’impresa per le medesime finalità caratterizzanti il terzo settore, destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell’oggetto sociale, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti isoggetti interessati alle sue attività;
- alla revisione della disciplina in materia di servizio civile nazionale.
Verso il rinnovo del CCNL nel pubblico impiego?
0 Commenti-da adminIn data 30 novembre 2016, il Ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione ha raggiunto un’intesa con i sindacati Cgil, Cisl e Uil per sottoscrivere l’accordo quadro sulla futura riformulazione del contratto collettivo del pubblico impiego.
Il Governo si è impegnato alla definizione di un intervento legislativo che promuova il riequilibrio, in senso favorevole alla contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro per i dipendenti di tutti i settori, aree e comparti della pubblica amministrazione.
Entrambe le parti hanno manifestato l’intento di individuare misure volte a favorire il miglioramento delle condizioni di lavoro, nonché a individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano un’adeguata valorizzazione della professionalità e delle competenze.
Ai fini di un miglioramento dell’efficienza della prestazione lavorativa – ma anche dell’efficacia dell’azione amministrativa – le parti si sono altresì impegnate a costruire un ambiente organizzativo e del lavoro che introduca strumenti di monitoraggio delle carenze, mettendo in luce le necessità di riorganizzazione al fine di superare alcune problematiche come la spesa improduttiva e il precariato.
Crisi di impresa e insolvenza. Prospettive di riforma
0 Commenti-da adminIl prossimo 5 settembre si svolgerà a Pisa, nell’Aula Magna della Scuola Sant’Anna, il Convegno “Crisi di impresa e insolvenza. Prospettive di riforma”.
Al convegno parteciperanno, come relatori, illustri professori, avvocati e commercialisti, nonché il Direttore generale del DGSIA, Cons. Dr. Pasquale Liccardo, il Direttore Generale di Confindustria, Avv. Marcella Panucci, e il Direttore Generale dell’Abi, Dr. Giovanni Sabatini
Al Convegno parteciperà altresì il Vicepresidente del CSM, On. Giovanni Legnini, e il Ministro della Giustizia, On. Andrea Orlando.
Il convegno è l’occasione di un confronto fra esperti sul tema della crisi di impresa nel quadro del processo riformatore messo in atto dalla Commissione Rordorf, ai cui lavori hanno partecipato alcuni dei relatori, che è fin qui approdato al disegno di legge n. 3671 (Delega al Governo per la riforma organica delle discipline della crisi e dell’insolvenza) presentato dal Ministro Orlando lo scorso 11 marzo.
Il Prof. Avv. Pasqualino Albi, membro della Commissione Rordorf, parteciperà al Convegno per occuparsi del tema dei rapporti di lavoro nella crisi di impresa, avuto particolare riguardo alle tutele del lavoro nel quadro della continuità aziendale e del superamento della crisi.
La riforma del terzo settore
0 Commenti-da adminÈ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 141 del 18 giugno 2016, la legge n. 106 del 6 giugno 2016 che delega il Governo alla riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
La legge delega definisce il terzo settore “il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi”, specificando che non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche e alle fondazioni bancarie.
L’intervento legislativo ha il fine di “sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2, 3, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione”.
Per il raggiungimento di tali fini, il Governo è delegato ad adottare, entro i prossimi dodici mesi uno o più decreti legislativi che provvedano:
Convegno nazionale AGi, Perugia, 10 giugno 2016
0 Commenti-da adminProf. Avv. Pasqualino Albi, Il rapporto di lavoro nelle società a partecipazione pubblica
Il convegno di Cispel sulla riforma Madia
0 Commenti-da adminIl prossimo 21 giugno parteciperò come relatore ad un interessante convegno promosso da Confservizi Cispel Toscana e da TI Forma con la partecipazione di Anci Toscana sul alcuni importanti profili della riforma Madia (società a partecipazione pubblica, servizi pubblici locali).
Nella mia relazione mi occuperò delle implicazioni della riforma sul versante dei rapporti di lavoro nelle società a partecipazione pubblica.
Abuso dei permessi per l’assistenza (l. n. 104/1992)
0 Commenti-da adminCass., sez. lav., 6 maggio 2016, n. 9217 si pronuncia sull’abuso, da parte del lavoratore, dei permessi retribuiti per l’assistenza al familiare ai sensi della L. 104/1992.
Dall’istruttoria compiuta nel giudizio di merito risultava che il lavoratore, per oltre due terzi del tempo previsto, non aveva svolto alcuna attività assistenziale.
La posizione della Cassazione è confermativa dell’orientamento secondo cui “il comportamento del prestatore di lavoro subordinato che, in relazione al permesso ex art. 33 L. n. 104/1992, si avvalga dello stesso non per l’assistenza al familiare, bensì per attendere ad altra attività, integra l’ipotesi dell’abuso di diritto, giacché tale condotta si palesa, nei confronti del datore di lavoro come lesiva della buona fede, privandolo ingiustamente della prestazione lavorativa in violazione dell’affidamento riposto nel dipendente ed Integra nei confronti dell’Ente di previdenza erogatore del trattamento economico, un’indebita percezione dell’indennità ed uno sviamento dell’intervento assistenziale”.
Un tale utilizzo rende, pertanto, il comportamento tale da comportare il venir meno del vincolo fiduciario e idoneo a giustificare il recesso.